“CalendART” Luglio 2015, fatevi conquistare dagli eventi del mese

Cari lettori,

eccoci come ogni primo mercoledì del mese con il nostro “CalendART”. Luglio si presenta particolarmente ricco di eventi da nord a sud Italia, scopriamoli insieme.

Bologna, 1 – 31 luglio 2015

“The golden age of Italian Cinema” è un progetto espositivo della Cineteca di Bologna che narra per la prima volta, con materiali e documenti d’archivio, manifesti e fotografie originali, registrazioni sonore, videoregistrazioni, oggetti di scena, costumi d’epoca, raccolti in una lettura unitaria e trasversale, il ruolo essenziale che le genti e il paesaggio dell’Emilia Romagna hanno avuto nella storia del cinema italiano, da qualsiasi angolazione lo si consideri.

thegoldenageofcinema

Trieste, 2 – 10 luglio 2015

Taglia il traguardo della sua XVI edizione ShorTS, International Film Festival: forte del consenso accumulato in questi anni sia in Italia che all’estero, il festival proporrà nove giorni dedicati alle nuove promesse del cinema italiano e internazionale, con la visione di tutti i cortometraggi in concorso e gli eventi speciali nella consueta sede di piazza Verdi. Maratona di proiezioni, ma anche incontri con attori e registi, eventi speciali, workshop, approfondimenti, cocktail e happening con i protagonisti della cinematografia italiana e straniera. Per la Sezione Maremetraggio ci saranno in gara una selezione dei cortometraggi vincitori, nel 2014, dei più prestigiosi festival a livello internazionale, che si rimetteranno alle decisioni di una giuria che assegnerà al migliore un premio di 10.000 euro. Nuovissima invece la sezione Last Chance nella quale potranno partecipare i cortometraggi che non hanno vinto nessun premio, della durata massima di 10 minuti, prodotti dopo gennaio 2014 e di qualsiasi genere. La sezione Nuove Impronte presenterà opere prime italiane di lungometraggio, scelte privilegiando i film che hanno avuto una scarsa distribuzione o che addirittura non sono riusciti a passare nelle sale cinematografiche.

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Palermo, 10 luglio – 20 settembre 2015

Sarà il grande spazio spazi di Zac (Zisa Arte Contemporanea) nei Cantieri Culturali alla Zisa, ad ospitare “Hermann Nitsch – Das Orgien Mysterien Theater”, la mostra – evento curata dall’artista stesso, con Giuseppe Morra e Michel Blancsubé. L’esposizione di cui abbiamo parlato qui, si propone di comprendere la complessa ricerca artistica, filosofica ed esistenziale di uno dei maggiori artisti di questo secolo, inventore di una innovativa forza del gesto artistico: in mostra quaranta tele di grandi dimensioni, più una grande tela di una decina di metri che sarà posta per terra. Quaranta saranno anche le fotografie relative alle performance che costituiscono il fulcro delle “azioni” di Nitsch, fondatore dell’Azionismo Viennese, nel segno di una ritualità laica e catartica, le cui origini più profonde e remote sono proprio da rintracciarsi nei riti collettivi, dal rimando dionisiaco. E proprio le performance sono le protagoniste dei numerosi video, anch’essi in mostra, che raccontano le azioni più importanti realizzate nel corso dei decenni dall’artista nel suo castello di Prinzendrof, vicino Vienna.
A completare il percorso espositivo sarà una grande “farmacia”, una struttura a più piani che l’artista compone con i suoi oggetti-feticcio.

L’11 luglio alle ore 21, in occasione della mostra, gli spazi di Zac ospiteranno un concerto della Synphonie für Mexico City composta da Nitsch e diretta da Andrea Cusumano.

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Carrara, 1 luglio -13 settembre 2015

Una grande mostra antologica dal titolo “Carrara, Cárdenas e la Negritudine” rende omaggio al celebre scultore di fama mondiale Agustin Cárdenas. L’evento, a cura di Elena Cárdenas Malagodi e Eleonora Lombardi, promosso e organizzato dal Comune di Carrara, dalla Galleria Duomo e dall’Associazione Culturale Carrara Artistica, è inserito nelle Marble Weeks carraresi. La rassegna offre al pubblico sculture monumentali lungo un percorso nel centro storico della città, ed una mostra ambientata in due importanti sedi espositive: la Galleria Duomo e il Centro Arti Plastiche di Carrara. Nell’avvincente percorso espositivo, si incontrano tutte le forme del linguaggio artistico di Cárdenas, nella cui arte è espressa l’appartenenza a tre continenti diversi: America Latina, Europa e Africa. In particolare la “negritudine”, come cita il titolo della mostra, fa riferimento alle radici africane dell’artista che emergono nelle sue opere attraverso elementi espliciti: totem, simboli primitivi e in senso implicito nel rimando a miti, riti e tradizioni. Accompagna la mostra un catalogo a colori con testi critici di Abigail McEwen, Elena Malagodi Cárdenas, Dominique Stroobant, e una selezione di testi di importanti critici e poeti che negli anni hanno scritto di Agustin Cárdenas.

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Roma, 23 luglio – 15 settembre 2015

Yuri Kalyuta è uno dei più talentuosi pittori contemporanei del mondo accademico russo. Le sue opere, di grande impatto emotivo, sono state esposte a Mosca, San Pietroburgo, Amburgo, Berlino, Pechino, Shanghai e per la prima volta arrivano in Italia con questa mostra al Complesso del Vittoriano. L’arte di Yuri Kalyuta coniuga organicamente la tradizione della scuola accademica e le combinazioni violente e contrastanti, conferendo ai suoi dipinti toni forti e decisi attraverso la pennellata libera e l’uso emozionale del colore. Il suo linguaggio pittorico non gioca un semplice ruolo decorativo ed estetico, i suoi principi narrativi sono ricchi di significati, indagando gli aspetti psicologici delle figure rappresentate. In tutta la sua attività artistica si denota la sua predilezione per il ritratto, in particolare il suo interesse è volto agli affetti familiari: la vita per Kalyuta è la famiglia, come entità unica, uno spazio permeato dall’amore. L’artista russo Sergei Goryaev, membro dell’Accademia Russa di Belle Arti, così descrive l’arte di Yuri Kalyuta: “con la chiarezza delle sue visioni, la freschezza dei colori, la virtuosa lucentezza della pennellata e la poesia della sua anima, Yuri Kalyuta ci costringe ad amare le sue opere perché egli stesso sinceramente ama l’arte, la natura, la vita”.

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Chioggia/Mogliano Veneto, 29 – 30 luglio 2015

“Odisseo”, dopo Edipo, Dioniso e Amore e Psiche, si propone come ultima tappa del progetto del Teatro del Lemming – in scena prima nella Piazza Vigo di Chioggia e la sera seguente al Parco di Villa Longobardi – configurato propriamente come una tetralogia sul mito e sullo spettatore. L’evento è infatti riservato a 33 spettatori: essi rimandano contemporaneamente anche all’identità di Odisseo che, come quella dello spettatore teatrale appunto, non può che darsi come molteplice e multiforme. Il viaggio del nostro eroe è un viaggio circolare che presuppone una partenza ed un ritorno: da Itaca a Itaca. Un viaggio che, piuttosto che uno svolgimento lineare, possiede un andamento sincronico: tutto accade sempre contemporaneamente, come in un sogno. Nel Mare come nel Teatro non esiste un centro. E il Mare, come il Teatro, non lascia tracce. Ma il Teatro è forse l’unico luogo al mondo in cui – come per Odisseo il Mare – ciascuno di noi può reincontrare i propri fantasmi e riconquistare così la sua Itaca. Metafora di un teatro che può essere non solo subito ma anche attraversato compiutamente e a cui tornare diversi eppure uguali.

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Ci aspetta dunque un mese intenso da vivere artisticamente: che andiate in vacanza o meno, saprete cosa vedere per non sprecare i vostri preziosi momenti estivi.

info: http://www.cinetecadibologna.it; www.maremetraggio.com; www.museonitsch.org; www.galleriaduomo.it; www.arteven.it

Hermann Nitsch, il pittore dello scandalo

Cari lettori,

se seguite come noi le notizie inerenti al mondo dell’arte e dello spettacolo, avrete sicuramente sentito parlare di Hermann Nitsch e della petizione online per bloccare l’inaugurazione a Palermo della sua mostra “Hermann Nitsch – Das Orgien Mysterien Theater”, esposizione ritenuta scandalosa e irragionevolmente cruenta, che ha acceso un vero vespaio di polemiche attorno all’artista e alle sue tecniche. Ma cerchiamo di capire meglio chi è, questo artista.

Hermann Nitsch, viennese, già a partire 1957 concepisce, intimamente legato alla tradizione cristiana, il teatro dell’orgia e del mistero, il cosiddetto “Orgien Mysterien Theater”: una nuova forma di opera d’arte totale in cui, nel corso di sei giorni, si mettono in scena azioni reali e si coinvolgono tutti e cinque i sensi. Ideatore e fondatore dell’Azionismo viennese, è profondamente coinvolto nell’attività del gruppo a partire dagli anni ’60, incorrendo ripetutamente in problemi con la giustizia a causa delle sue forti provocazioni. La prima Aktion sperimentale, “Blood Organ”, si svolge nel dicembre 1962 a Vienna: un uomo è incatenato come se fosse crocifisso e viene coperto con un lenzuolo bianco. L’artista versa sulla sua faccia del sangue che si riversa sul lenzuolo.

Durante le sue performance – ad oggi oltre 120 – i primordiali istinti umani, che l’artista ritiene repressi dalle norme e dalle imposizioni sociali, riemergono prepotentemente: “Il colore della carne, del sangue e delle interiora era diventato importante – afferma Nitsch – Dominava il rosso. Il monocromatismo assunse un ruolo arcaico. Tutto si orientava verso il colore dell’estasi, della vittima del sacrificio, della passione, del sangue, della carne”. Il modo in cui il sangue (o il colore) si fissano sulla superficie del telo, scorrendo liberamente verso il basso, sarà lo stesso in cui negli anni seguenti Nitsch crea gli Shuettbilder, o “dipinti versati”, che caratterizzano la sua produzione. I motivi degli oli su tela sono assolutamente ricorrenti: non importa infatti l’originalità della rappresentazione, o la ricerca di elementi figurativi, ma piuttosto la ripetizione di un piano d’azione essenzialmente identico.

Nel corso degli anni il suo teatro di performance diviene via via più complesso: vengono utilizzati animali, come agnelli e vitelli, provenienti dal mattatoio e sfuggiti al ciclo della catena alimentare. Questi capri espiatori vengono sacrificati su croci lignee e sviscerati durante un rito di espiazione collettivo a metà tra simbologia cristiana e pagana. L’artista orchestra le performance al pari di un sacerdote o di un direttore sinfonico, il sottofondo delle Aktionen è infatti la partitura di sue composizioni, simili a litanie dei monaci ortodossi.

Alla fine degli anni ’80 inizia ad utilizzare anche altri colori rispetto ai consueti nero, rosso e viola. Del resto il percorso artistico di Nitsch, simile ad un cammino spirituale, non può fermarsi solo alla pittura: i dipinti versati sono molto simili uno all’altro, e, allo stesso modo delle azioni, comunicano l’intenzione di far vivere un’intensa esperienza esistenziale.

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Un modus operandi, quello di Nischt, che se da un lato affascina un numero sempre maggiore di persone, dall’altro accende senza sosta polemiche e dibattiti, fino addirittura alla movimentazione per boicottare i lavori dell’artista. La mostra, che come detto dovrebbe essere inaugurata tra qualche giorno a Palermo, è infatti già al centro di una petizione di Change.org che ha raccolto finora più di 54mila firme. I palermitani basano la loro protesta sulla Dichiarazione dell’Unesco del 1978, la quale all’articolo 10 afferma che“le esibizioni di animali e gli spettacoli che utilizzano gli animali sono incompatibili con la dignità dell’animale”. Nitsch ovviamente si difende e giustifica così i suoi lavori: “Io amo gli animali più di tutto ma sono un drammaturgo e lavoro ad una nuova forma d’opera d’arte totale e un drammaturgo non può non confrontarsi col tragico, con la morte”. “Comunque – aggiunge – ho acquistato la carne per le mie azioni nei macelli e gli animali erano già stati macellati a scopo alimentare prima della mia azione”. 

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Non la pensa così Gianluca Felicetti, presidente della LAV (Lega Anti Vivisezione): “(…) Ama gli animali? “Li ama così tanto, da (farli) morire. Sì perché non ci risulta che Nitsch sia vegano e che sia un’attivista per i diritti degli animali che mostra la violenza sugli animali, come facciamo noi animalisti, violenza che esiste eccome nella realtà, per farla concretamente fermare”. Gli fa eco il celeberrimo critico Vittorio Sgarbi, che non si risparmia dallo stroncare l’artista: “Cose viste e riviste da quaranta anni. Vecchie. Sempre le stesse. Con tanti meravigliosi esempi di artisti contemporanei che abbiamo, sono andati a ripescare proprio Hermann Nitsch (…). Il popolo fa bene a ribellarsi ma guai a censurare la mostra, altrimenti si ottiene l’effetto contrario, si fa il loro gioco. Ci sono artisti che hanno campato decenni con la censura. Che ne hanno fatto la loro cifra. La mostra va fatta. Tanto diciamolo chiaro, non credo ci andrà qualcuno”.

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I palermitani non sono stati però i primi a essere insorti contro l’arte di Nitsch. Lo scorso febbraio, infatti, un’altra petizione online ha bloccato la sua mostra in programma alla Fondazione Jumex di Città del Messico per la stessa motivazione. “No agli ‘artisti’ creatori dello stesso male su cui vogliono fare riflettere”, è una delle frasi conclusive della petizione che sta raccogliendo sostenitori ora dopo ora.

Per quanto noi di Come to the Art Side appoggiamo sempre l’idea di “fare” arte, questa ci pare davvero troppo estrema. Quello di sfatare i tabù  dell’uomo può essere un tema interessante da intraprendere artisticamente, ma anche nell’arte ci dev’essere un limite di buongusto che, se possibile, sarebbe meglio non sorpassare. E voi, cosa ne pensate?

fonti: http://www.boxartgallery.com; http://www.ilfattoquotidiano.it; http://www.altrimondinews.it; http://www.palermo.repubblica.it