“CalendART” Ottobre 2015, il meglio che l’autunno ha da offrire

Cari lettori,

purtroppo a causa di diversi impegni universitari pubblichiamo solo oggi la nostra rubrica “CalendART” per il mese di ottobre. Per farci perdonare, abbiamo cercato per voi il meglio del meglio di questo mese!

Torino, 2 ottobre 2015 – 31 gennaio 2016

Dopo diversi successi, la collaborazione tra la Città di Torino e i gruppi Musée d’Orsay e Skira, si rinnova con una straordinaria esposizione dedicata a Claude Monet capofila della grande stagione impressionista.
Il Musée d’Orsay, che conserva la più importante collezione di opere dell’artista, ha concesso oltre quaranta capolavori per dare vita a una strabiliante mostra monografica incentrata sul maestro. Saranno infatti presenti alcune opere di carattere eccezionale, mai presentate prima in Italia: un esempio su tutti è quello del grande frammento centrale della Colazione sull’erba, opera fondamentale nel percorso di Monet e rappresentativa di un passaggio cruciale che culminerà con l’Impressionismo. Attorno a questa straordinaria opera, sono stati selezionati due prestigiosi nuclei di dipinti che documentano i luoghi che accolsero le fasi decisive della ricerca di Monet: da un lato gli studi dei riflessi della luce sull’acqua ad Argenteuil, dall’altro quelli legati al soggiorno di Vétheuil, che riprendono nello studio della resa luminosa della neve il precoce motivo de La Gazza, anch’essa esposta. La mostra consente dunque di mettere a fuoco alcuni tratti decisivi della complessa evoluzione del percorso artistico di Monet, evidenziando la varietà e qualità della sua tecnica pittorica, concentrando lo sguardo su temi e innovative soluzioni che ne fanno uno dei padri indiscussi dell’arte moderna.

monettorino

Faenza, 5 ottobre – 6 dicembre 2015

Nel ravennate al Museo Carlo Zauli, é stata presentata “Claymation”, mostra di Jonathan Monk nata dall’edizione 2015 del progetto Residenza d’Artista, a cura di Guido Molinari. La collaborazione con Monk prosegue il percorso che il museo ha avviato nel 2003 con l’obiettivo di esplorare il rapporto tra ceramica e arte contemporanea, coinvolgendo artisti di rilievo internazionale che abitualmente non utilizzano questo materiale ma che sono attratti dal suo fascino arcano e familiare.
In questo caso l’artista ha deciso di confrontarsi con oggetti e processi tipici del fare ceramica, seguendo la prospettiva della propria ricerca che, come scrive il curatore Guido Molinari, “attinge a piene mani al percorso storicizzato dell’arte concettuale. Questa ricerca, che si articola in un ambito ben specifico, risulta innovare fortemente le coordinate di partenza aprendo alla dimensione della leggerezza, dello spirito ludico, dell’improvvisazione creativa per consegnarci l’aria del nostro tempo. Un’apparente semplicità di base connota queste opere che racchiudono complessi riferimenti alla realtà e alla storia dell’arte contemporanea”.
Nel processo di produzione delle opere, Jonathan Monk è stato assistito da Aida Bertozzi, ceramista di grande esperienza e già assistente di Carlo Zauli dal 1979 al 1995, che ha reso possibile la traduzione e la realizzazione dei progetti dell’artista, confrontandosi in alcuni casi anche con una grande complessità, testando e perfezionando nuovi metodi e donando così alla residenza un interesse anche dal punto di vista tecnico.

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Catania, 14 – 20 ottobre 2015

Si apre oggi a Palazzo Manganelli “Anatomies. The body in the book / The book in the body”, progetto nato dal libro d’artista di Stéphane Mallarmé dove il senso è reversibile rispetto ai concetti di “contenuto” e di “contenitore”, ovvero rispetto all’idea di libro inteso nella sua essenza metaforica e al contempo come reale e oggettivo luogo-contenitore di immagini tematiche, poste negli spazi seriali delle pagine. “Accarezzato con gli stessi occhi di Mallarmé, il corpo del libro attira in senso quasi ontologico; eletto a vagina spirituale, la sua fragilità pre-verbale invita ad entrare. Questo fa capire cosa si possa fare con un libro, quanti rapporti non solo fisici si possano avere con esso» scrive Antonio Curcetti mentre contemporaneamente i temi espressi nei libri dagli autori – temi riguardanti organi del corpo, primo fra tutti il cuore, o l’intero organismo – sono correlati ed anche “risucchiati” nel vortice grandioso del pensiero primigenio, quello di un organo ancestrale che li emette contenendoli.
Questo é sommariamente il senso delle opere di Matthew Barney, Artur Barrio, Berlinde De Bruyckere, Thierry de Cordier, Hilde Escher-Margani, Anna Guillot, Damien Hirst, Urs Lüthi, Alexandra Mir, Zygmunt Piotrowski, Annakarin QuintoDorothée Wycart: opere-corpo da considerare in primis come qualcosa di relativo a “ciò che è”. Un focus sul fascinoso tema dell’intreccio tra forma e contenuto, questa volta attraverso il libro d’artista.

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Milano, 14 – 18 ottobre 2015

Da oggi per quattro giorni andrà in scena al milanese Spazio Oberdan il Festival Internazionale del Cinema d’Arte, nato per promuovere e celebrare i linguaggi universali del cinema e dell’arte attraverso proiezioni, appuntamenti collaterali, ospiti, incontri e approfondimenti. Il Festival vuole sottolineare il ruolo del cinema nella storia contemporanea, regalando emozioni e sentimenti senza tempo: un laboratorio di idee in costante contatto con l’attualità e l’evolversi della tecnica cinematografica e artistica nelle forme concettuali più moderne e comunicative. Film fuori concorso verranno proiettati nell’ambito degli eventi collaterali, speciali appuntamenti, creati ad hoc, che arricchiscono il programma del Festival. Le proiezioni saranno introdotte dalle opinioni a confronto tra ospiti appartenenti al mondo della cultura in senso lato, dall’arte al teatro, dal cinema allo spettacolo. All’interno del Festival saranno inoltre proposte tre sezioni di concorso, qui elencate, che riflettono concezioni diverse di “cinema d’arte”.

CINEMA D’ARTE
In questa sezione possono partecipare tutte quelle opere (biografie, documentari, fiction ecc) che raccontano artisti, opere e movimenti, e riflettono sui protagonisti, sulla storia e sulle idee dell’arte.

ART LAB
In questa sezione possono partecipare quelle opere che mostrano i diversi modi in cui il linguaggio audiovisivo si fa arte, per le scelte stilistiche e le tecniche che adotta. Saranno selezionate quelle opere che, indipendentemente dal soggetto, mostrano una specifica attenzione per la ricerca di nuove espressioni cinematografiche e la presenza di idee che possono rappresentare una visione attuale e futura della cinematografia.

ANIMAZIONE
In questa sezione possono partecipare quelle opere in cui il disegno, il tratto grafico, la scultura, i materiali prendono vita attraverso diverse tecniche, diventando brevi e lunghi film animati.

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Napoli, 14 – 18 ottobre 2015

Sempre parlando di festival cinematografici, domani apre invece al Teatro San Carlo di Napoli Artecinema 2015, evento internazionale di film sull’arte contemporanea nato nel 1996. Attraverso una selezione di documentari sui maggiori artisti, architetti e fotografi della scena internazionale, biografie, interviste, narrazioni montate con materiali d’archivio, gli spettatori possono addentrarsi nel mondo dell’arte seguendo gli artisti al lavoro nei propri atelier o dietro le quinte di importanti progetti o esposizioni. Ogni anno viene presentata una selezione di circa trenta documentari ricercati direttamente presso i registi e i produttori in tutto il mondo. Le proiezioni sono in lingua originale con traduzione simultanea in cuffia e sono intervallate da incontri-dibattito con registi, produttori e artisti. Partecipano al festival più di seimila spettatori provenienti da tutto il territorio nazionale e dall’estero.

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Roma, 14 ottobre – 10 novembre 2015

E’ con grande piacere che Magazzino Arte Moderna annuncia la quinta personale dell’artista belga Jan Fabre intitolata “Gli Anni dell’Ora Blu”. La mostra presenta per la prima volta in Italia la serie omonima di opere realizzate con la penna Bic negli anni Ottanta e Novanta. La bic-art, questo il termine con cui Fabre designa questo ramo della sua produzione, inizia alla fine degli anni Settanta con una serie di performance in cui l’artista si relaziona, espandendo la tradizionale bidimensionalità del disegno, allo spazio e alla storia dell’arte. Pareti, oggetti, intere stanze ed edifici vengono trasformate attraverso il segno ossessivo della penna, annullate ma allo stesso tempo consacrate nelle loro forme dal passaggio dell’artista. Nella serie di opere presentate, Fabre sintetizza un universo di simboli, metafore, fantasie e realtà, che emergono, quasi senza contorno, dal blu profondo del disegno: pugnali, spade, demoni, animali reali e fantastici, un immaginario che spesso attinge alla storia dell’arte e più in generale a una dimensione spirituale e mistica che si risolve però spesso nell’universo materiale della natura e dei suoi passaggi, guidano il nostro sguardo attraverso un mondo-momento (la metafora del crepuscolo) in cui le figure emergono sulla superficie scarabocchiata, sembrano prevalere e al contempo essere risucchiate dal gesto invasivo tracciato dalla penna. L’Ora Blu è forse l’invito migliore per “schiudere agli occhi dell’osservatore, l’universo poetico e sensibile dell’eccezionale creatore che è Jan Fabre” (Lorand Hegyi).

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Venezia, 20 ottobre – 15 novembre 2015

Si inaugura martedì 20 ottobre a Palazzetto Tito “De l’ombre à la lumière”, a cura di Daniela Rosi, che presenta una serie di lavori fotografici realizzati da sei diversi fotografi, in collaborazione con persone in stato di detenzione in diversi Paesi come Italia, Francia, Lettonia, Russia, Brasile. La mostra è promossa dalla Fondazione Bevilacqua La Masa, in collaborazione con l’Ente formativo “Preface” e l’Associazione di Creativi “Officina delle Nuvole”, con il sostegno delle Cooperativa Rio Terà dei Pensieri e di Lao, laboratorio artisti outsider, e Università Ca’ Foscari di Venezia.
Il titolo fa riferimento non solo a quanto avviene con la fotografia, quando le immagini nella camera oscura vengono alla luce, ma anche alla condizione di chi opera nell’ombra e, attraverso il proprio lavoro, emerge all’attenzione dell’interesse collettivo. Lavoro, quindi, come opera fotografica, ma anche, soprattutto, come professione. L’interesse collettivo è sia rappresentato dal contributo che chi lavora offre alla società, sia dall’attenzione a determinati temi che la mostra fotografica può suscitare nel visitatori. L’esposizione riunisce i lavori di sei fotografi di differenti nazionalità che hanno lavorato in alcune realtà carcerarie in Francia, in Italia, nei paesi dell’Est Europeo e anche Oltreoceano, con approcci diversi fra loro, unendo attitudine artistica e sensibilità umana. Si tratta di:

Marco Ambrosi, Maison Centrale de Arles, Francia
Giorgio Bombieri, Casa di reclusione femminile, Venezia Giudecca, Italia
Davide Dutto, Casa di reclusione Saluzzo (Rodolfo Morandi), Italia;      Casa Circondariale Torino (Lorusso e Cotugno), Italia
Giovanna Magri, Casa circondariale di Verona, Montorio, Italia
Eric Oberdorff, Maison d’Arrèt de Nice, Francia;
Klauvdij Sluban, Camp disciplinaire de Kolpino, Saint Péterburg, Russia; Camp disciplinaire, Cesis, Lettonia;                                                      Camp disciplinaire de Mojaisk, Russia;                                               Prisons brasilliennes pour mineurs, Mario Covas et Arujà deSao Paulo, Brasile

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Padova, 24 ottobre 2015 – 28 marzo 2016

A Giovanni Fattori, portavoce di una pittura potente, capace di interpretare lungo tutta la seconda metà del XIX secolo le trasformazioni della visione moderna, la padovana Fondazione Bano nel suo progetto decennale sulla pittura dell’Ottocento italiano, dedica un’ antologica a Palazzo Zabarella, che ripropone al grande pubblico l’immagine di uno dei maggiori protagonisti dell’arte europea. La mostra, curata da Francesca Dini, Giuliano Matteucci e Fernando Mazzocca, presenta oltre cento dipinti in grado di ricostruire, attraverso un avvincente taglio cronologico e insieme tematico, la straordinaria versatilità di una lunga vicenda creativa che lo ha visto cimentarsi con tematiche e generi diversi.
Il percorso allestito all’interno di Palazzo Zabarella ripercorre interamente la sua carriera: dalla rivoluzione dei Macchiaioli, in cui ha avuto un ruolo di primo piano, affidata ai piccoli formati delle leggendarie tavolette, fino al raggiungimento, nei grandi formati, di una dimensione epica dove si riflettono i mutamenti storici e sociali che hanno trasformato il nostro Paese, alla sperimentazione di nuovi territori iconografici e formali che lo ha avvicinato ad altri geni solitari quali Courbet o Cézanne.
Nei drammatici capolavori della maturità, espressi con un linguaggio che va oltre la dimensione della denuncia per raggiungere una prospettiva universale, Fattori è stato lucido interprete della delusione di una nazione, uscita dal Risorgimento, che non ha saputo realizzare quegli ideali di giustizia sociale in cui le giovani generazioni avevano creduto. Questa è la sua grandezza, che ne ha fatto subito un classico, paragonato ai maestri del Quattrocento, come il Beato Angelico, Paolo Uccello, ma anche a Goya e al contemporaneo Cézanne.
All’interno del percorso espositivo si darà conto anche alla sua produzione grafica, con una sezione che presenterà una decina di fogli incisi ad acquaforte su zinco, in grado di dimostrare quanto Fattori, anche in questo campo, abbia toccato vertici assoluti, sia dal punto di vista tecnico che stilistico, nonostante la sua attività sia iniziata solo negli anni ottanta dell’Ottocento. Come per i dipinti, i soggetti ricorrenti sono i protagonisti della vita reale, siano essi contadini o soldati, attorniati da una natura indagata sempre con grande commozione.

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Treviso, 24 ottobre 2015 – 10 aprile 2016

Dal 24 ottobre al 10 aprile 2016, la Casa dei Carraresi a Treviso ospiterà la mostra “El Greco in Italia, Metamorfosi di un Genio”, la più importante retrospettiva mai realizzata prima in Italia dedicata a Doménikos Theotokópoulos, noto al grande pubblico con l’appellativo di El Greco.
La mostra, organizzata da Kornice con la collaborazione di Art for Public e Fondazione Cassamarca, sarà imperniata sul decennio 1567-1576 che il pittore trascorse in Italia. A partire dalle carte d’archivio e dai documenti a disposizione, il curatore della mostra, Lionello Puppi, ricostruirà con molteplici spunti inediti il percorso dell’artista durante il suo soggiorno, tra Venezia e Roma, nel nostro Paese.
Un viaggio nel tempo e nello spazio attraverso la progressiva trasformazione dell’artista e il percorso che lo porterà alla creazione di un linguaggio che non ha paragoni possibili e alla realizzazione di capolavori assoluti.
“La genialità de El Greco sta nell’essere riuscito a fondere due culture contrapposte: quella greca ortodossa e quella rinascimentale cattolica romana” afferma Serena Baccaglini, membro del comitato scientifico della mostra, “sorprendente è la sua capacità di non negare nessuno dei due linguaggi e riuscire a fonderli insieme in uno stilema originale e unico. È questo che fa de El Greco l’artista eminentemente visionario che sconvolse Manet, Cezanne e Picasso”.
Facendo così seguito al successo delle grandi esposizioni spagnole dedicate all’artista per il IV centenario della sua morte, Treviso offre con orgoglio l’opportunità di far conoscere e di spiegare al pubblico italiano un capitolo miliare nella storia dell’arte di ogni tempo.
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Milano, 28 ottobre – 14 novembre 2015

Danny Pope, in associazione con lo Studio Tadini di Milano, è orgoglioso di presentare “The Printer’s eye”, il suo archivio unico che copre 30 anni di lavoro di stampa fotografica tra Londra e Milano. Pope, un maestro stampatore con un occhio impeccabile e la reputazione di perfezionista senza pari, nel corso degli anni si e’ dedicato alla filosofia e ai principi di Magnum relativi alla stampa fotografica – diventandone parte integrante – lavorando al servizio di una clientela internazionale composta da fotografi documentaristi, da fotografi ritrattisti, spaziando dall’arte alla moda attraverso gli ultimi decenni. Le stampe più rappresentative del suo percorso, sono illustrate in questa mostra: un percorso che va dai primi anni ’80 del cibachrome di Ilford alle C-type degli anni ’90 fino ad arrivare all’era digitale del XXI secolo. I visitatori avranno la possibilità di esaminare un archivio completo delle sue pellicole nei loro differenti processi e la loro trasformazione in stampe e tecniche di stampa tra le piu’ innovative dei ultimi decenni. Con questa attitudine e disciplina nel mondo della stampa fotografica, Danny Pope ha prodotto alcune delle piu’ belle immagini dal passato ai giorni nostri.

dannypope

L’autunno si presenta dunque pieno di interessantissimi eventi, e quale stagione migliore per chiederei dentro a un museo per fare il pieno di bellezza? Ci rivediamo il mese prossimo, puntuali (promesso!) come sempre.

fonti: http://www.arte.it: http://www.artribune.com

info: www.mostramonet.it; www.museozauli.it; koobookarchivelab@gmail.com; oberdan.cinetecamilano.it; www.artecinema.org/artecinema/; info.ombrelumiere@gmail.com; www.magazzinoartemoderna.com; www.zabarella.it; www.elgrecotreviso.it; www.spaziotadini.it

“CalendART” Giugno 2015, l’estate si apre sull’arte

Cari lettori,

scusate l’assenza ma diversi impegni importanti mi hanno tenuta lontana dal blog per qualche giorno. Oggi, Come to the Art Side torna con la rubrica mensile “CalendART”, vediamo cos’ha in serbo per noi il mese di Giugno.

Roma, 5 giugno – 20 settembre 2015

La personale su Josh Smith curata da Ludovico Pratesi, è la prima organizzata in un museo italiano incentrata sull’artista americano, nato nel Tennessee nel 1976 ma residente a New York, la cui ricerca si fonda su tecniche come la pittura su carta, il collage, l’incisione e l’edizione di libri d’artista, che Smith considera a tutti gli effetti delle opere in sé.
La mostra, allestita al MACRO del Testaccio, è concepita come un’antica quadreria, che riunisce un centinaio di dipinti dello stesso formato, realizzati per l’occasione, che ricostruiscono la multiforme personalità dell’artista, attivo dal 2003. Partendo da una riflessione legata al proprio nome, l’artista produce una serie di opere, utilizzando tecniche diverse e costruendo dei veri e propri assemblaggi di forme e colori, spesso ispirate ad immagini o a tematiche figurative. E’ una pittura che unisce l’energia cromatica e gestuale dei maestri dell’arte statunitense, da De Kooning a Guston fino a Schnabel o Basquiat, con uno studio profondo della storia dell’arte europea, intrisa di riferimenti a Paul Cezanne o  Kurt Schwitters.  La mostra documenta le diverse fasi del suo lavoro, che indaga il rapporto tra autorialità e serialità attraverso le serie  dei  Name Paintings – speculazioni formali attorno ai caratteri J,O,S,H,S,M,I,T e H -, gli Abstract Paintings, i Collages e i Palette Paintings, eseguiti con un procedimento legato alla pulizia dei pennelli. Inoltre gli Stage Paintings, con la loro struttura minimalista, si accompagnano ad un centinaio di sgabelli da bar, suddivisi tra i due padiglioni, che permettono ai visitatori di sedersi per cogliere con più attenzione i dettagli.

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Roma, 10 giugno – 31 luglio 2015

Nel cinquantenario della morte di Giorgio Morandi, l’Istituto centrale per la grafica dedica alla produzione incisoria del Maestro un’esposizione, “Morandi in Calcografia”, aperta al pubblico dal 10 giugno fino al 31 luglio 2015. La novità della mostra, curata da Fabio Fiorani e Ginevra Mariani, risiede nella scelta di esporre prevalentemente le matrici, conservate nella Calcoteca dell’Istituto, sulle quali è stato svolto un attento lavoro di restauro e revisione catalografica. In mostra anche alcune foto realizzate da Luigi Ghirri nel 1990 allo studiolo di Morandi: una serie di 10 stampe fotografiche, dal titolo Studio Morandi (Bologna), furono acquisite infatti dall’Istituto nel 2009, selezionate dallo stesso Ghirri. Le foto ritraggono gli oggetti appartenuti al pittore, lasciati intatti alla sua morte, nell’atelier di via Fondazza. Per l’occasione, l’Istituto ha editato anche il volume “Morandi in Calcografia”, a cura di Fabio Fiorani e Ginevra Mariani.

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Caldes, 12 giugno – 18 ottobre 2015

L’estate a Castel Caldes inizierà ufficialmente venerdì 12 giugno alle ore 18 con l’inaugurazione della mostra “Doni preziosi: immagini e oggetti dalle collezioni del Castello del Buonconsiglio”. Affacciato sul fiume Noce, il castello che domina il vicino paese di Caldes sarà visitabile solo parzialmente tutti i giorni, escluso il lunedì, fino al 18 ottobre, in quanto sono ancora da terminare alcuni restauri. La mostra, presenterà un’articolata selezione di preziose opere d’arte provenienti dalle collezioni museali accomunate da un unico filo conduttore: il dono nell’arte. Allestita nelle sale del secondo piano di Castel Caldes, la rassegna, partendo dall’emblematica immagine delle Tre Grazie, antico simbolo del “dare, ricevere e ricambiare”, proporrà al pubblico oggetti in ceramica, porcellana, avorio, argento, ma anche tessuti, incisioni e dipinti. Un viaggio nel tempo e nelle consuetudini più significative, dunque, dai doni nuziali, ai cassoni dotali intagliati, i delicati ventagli, e alle raffinate medaglie, fino alle lussuose tabacchiere.

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Trento, 20 giugno – 1 novembre 2015

La Roma degli anni Venti vende un panorama in rapido mutamento, nel quale si addensano avvenimenti storici cruciali: la scena artistica acquista una straordinaria animazione, sullo sfondo di una nuova e imperiosa gestione politica, ed è proprio in quest’epoca che Giulia Violante Thun studia per lunghi periodi alla British Academy romana. Figlia di Sigismondo Giorgio Maria Thun Hohenstein e di Maria Anna Consolati di Seregnano, Giulia è nota per essere stata interprete del passato glorioso della famiglia, celebrato all’interno di un orizzonte domestico, con i modi propri della nobile dilettante. Un ampio gruppo di disegni recentemente riscoperto rivela ora una straordinaria fase della sua vita e della sua formazione. Al Castello del Buonconsiglio, a partire dal 20 giugno, verrà per la prima volta presentata al pubblico una vasta selezione di questi fogli, per la maggior parte nudi maschili e femminili, realizzati nelle sale dell’Accademia Britannica, accanto ad artisti provenienti da tutta Europa. La mostra è realizzata con l’apporto dell’Archivio Provinciale di Trento, che conserva i disegni, e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto.

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Possiamo dire dunque che questo sarà un mese piuttosto tranquillo e dedicato ad eventi “di nicchia”, rispetto ad altri eventi previsti per Luglio. Solo a Milano ovviamente, per tutta la durata di EXPO, ogni giorno potrete partecipare a eventi e spettacoli sul tema del cibo, oltre che ad altre attività.

info: http://www.museomacro.org; http://www.buonconsiglio.it; http://www.grafica.beniculturali.it; http://www.facemagazine.it