“CalendART” Ottobre 2016, i migliori eventi autunnali in Italia

Cari lettori,

perdonate l’assenza, stiamo ancora cercando di ripartire dopo il lungo periodo di ferie :). La nostra rubrica “CalendART” invece come sempre è immancabile, la stagione autunnale è ripartita e dunque vediamo quali sono le sorprese del mese.

Reggio Emilia, 1 ottobre – 13 novembre 2016

La Galleria d’Arte 2000 & NOVECENTO presenta la personale di Enrico Della Torre, apprezzato a livello nazionale ed internazionale sia come pittore che come incisore.
Il titolo del progetto – “Figuratività dell’Invisibile” – fa riferimento ad una definizione coniata da Vittorio Sereni nella seconda metà degli anni ’70. Un’espressione che, ad oltre trent’anni di distanza, presenta carattere di grande attualità e pertinenza alle opere di recente produzione. Partendo da “Il dato di base, indagato e scomposto (…) che si traspone in una diversa struttura, si articola in altra realtà” (Sereni)Della Torre è giunto ad “una figurazione dell’invisibile navigando tra gli opposti scogli dell’enigma formale e della gratuità dei significati” (Roberto Tassi). In esposizione, una ventina di dipinti di piccole e medie dimensioni oltre ad alcune grandi tele, tutte realizzate dagli anni ’70 ad oggi. Una pittura estremamente calibrata, fatta di linee e di forme geometriche, ma capace di preservare una dimensione umana, una visione interiore in cui il riferimento oggettuale viene integrato dalla memoria e dall’immaginazione, trasportando lo spettatore in un “altrove” mutevole e visionario. La mostra è parte della III edizione della rassegna “In Contemporanea” che vede l’apertura congiunta della stagione espositiva autunnale in sette gallerie d’arte della città, in collaborazione con il Comune e i Musei Civici di Reggio Emilia.

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Roma, 1 ottobre – 10 dicembre 2016

Tra gli artisti brasiliani più rinomati, Adriana Varejão è molto nota per la sua riflessione incisiva sulla storia e la cultura del Brasile, come rappresentato nella serie dei suoi dipinti “Maiolica” iniziata nel 1988. Queste opere particolarmente creative simulano gli azulejos ovvero le maioliche dipinte che, attraverso vicissitudini legate al commercio e alla colonizzazione, congiungono il Brasile con il Portogallo. Le grandi opere dell’artista sono realizzate in gesso e pittura a olio su tela. Uno strato generoso di gesso è applicato sul fondo delle tele e poi lasciato ad asciugare. Durante il processo di essiccazione, iniziano ad apparire delle crepe che, come nate da un fenomeno geologico naturale, rendono ogni superficie unica ed irripetibile. I lavori in mostra a Roma pensati appositamente per l’occasione, sono i più grandi dipinti-maiolica che Varejão abbia prodotto finora (180 cm quadrati). I motivi sono resi in sfumature leggere di blu e bianco a seconda dei singoli riferimenti storici, e ingranditi fino al punto in cui iniziano a dissolversi in opulenti gesti astratti. In questa occasione, Varejão è stata invitata a presentare Transbarroco (2014), la sua unica installazione-video multi-canale all’Accademia di Francia a Roma, Villa Medici, all’interno di Art Club, un progetto a cura di Pier Paolo Pancotto e parte di un’ampia iniziativa culturale intitolata “I giovedì della Villa – Questions d’art”.

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Lugano, 2 ottobre 2016 – 22 gennaio 2017

Il Museo d’arte della Svizzera italiana – in parallelo alla mostra dedicata a Paul Signac (visitabile fino all’8 gennaio 2017) – prosegue la sua riflessione sugli sviluppi della pittura moderna e contemporanea attraverso “Antonio Calderara. Una luce senza ombre”, una retrospettiva a dedicata al maestro della pittura aniconica a cura di Elio Schenini. Grazie a un’accurata indagine critica, si rileva la dimensione atemporale della sua produzione pittorica, parallelamente all’attualità della poetica dell’artista. La mostra comprende quasi 200 opere che permettono di documentare nella sua interezza la singolare traiettoria che questo artista ha disegnato all’interno del panorama artistico italiano del Novecento. L’allestimento vuole evidenziare il valore internazionale della ricerca astratta di Calderara, la quale non conosce molti altri esempi in area italiana per la sua radicalità, ma è perfettamente in sintonia con le coeve esperienze europee che tendono al grado zero della pittura.

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Napoli, 5 – 9 ottobre 2016

Al via nel capoluogo partenopeo la nuova edizione di Artecinema, 21ª edizione del festival internazionale di film sull’arte, a cura di Laura Trisorio. L’inaugurazione avrà luogo mercoledì 5 ottobre alle ore 20.00 al Teatro San Carlo, dal 6 al 9 ottobre invece, le proiezioni proseguiranno al Teatro Augusteo. Per la partecipazione alla serata inaugurale sarà necessario accreditarsi on line sul sito www.teatrosancarlo.it o direttamente presso il botteghino del teatro pagando un diritto di prenotazione di € 7. Con un giorno in più di proiezioni questa edizione è stata ampliata per dare spazio a un maggior numero di film e approfondire nuovi temi: sarà presentata una selezione di documentari sui maggiori artisti, architetti e fotografi degli ultimi cinquant’anni, suddivisi nelle sezioni Arte e Dintorni, Architettura, Fotografia. Il Festival Artecinema conferma inoltre anche quest’anno il suo impegno nel sociale organizzando proiezioni e incontri con i registi:
giovedì 6 ottobre ore 10
talk con i fotogiornalisti Massoud Hossaini e Farzana Wahidy protagonisti del documentario Frame by Frame e con la regista Mo Scarpelli

venerdì 7 ottobre ore 10
proiezione del film Les génies de la Grotte Chauvet in presenza del regista Christian Tran (per gli studenti)
proiezione del film Garden in the Sea presso l’Istituto Penale Minorile di Nitida (per i detenuti)

venerdì 7 ottobre ore 10
workshop con i fotogiornalisti Massoud Hossaini e Farzana Wahidy (per gli studenti dell’Accademia di Belle Arti)

sabato 8 ottobre ore 10
proiezione del film Garden in the Sea presso la Casa Circondariale di Secondigliano

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Milano, 7 – 9 ottobre 2016

Torna la II edizione di Milano Scultura, l’unica fiera in Italia che indaga in maniera esclusiva il linguaggio delle arti plastiche declinate secondo linguaggi che spaziano da tecniche e materiali più tradizionali – marmo, ceramiche e porcellane, fusioni in bronzo e altri metalli – fino alle installazioni multimediali, ai ready-made, alle evoluzioni della public art. Un progetto che riunisce in uno degli spazi più innovativi della città 30 realtà, tra gallerie, spazi non profit, accademie d’arte e singoli artisti. Gli espositori, selezionati dal direttore artistico Valerio Dehò, interpretano i 1000 mq dell’Ex Locale Cisterne della Fabbrica del Vapore, oggetto di recente restauro, secondo un modello che aggiorna il format della fiera tradizionale: senza la tipica divisione in booth e padiglioni, costruendo un dialogo tra le diverse opere che avvicina l’esperienza di visita a quella di un’esposizione di carattere museale.

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Venezia, 9 ottobre – 10 dicembre 2016

Il Gruppo Boiler torna sulla scena veneziana con la nuova mostra collettiva “Call for Creativity “ presso il Françoise Calcagno Art Studio nel cuore del Ghetto Ebraico di Venezia. A cura di Martina Campese e Giulia Ferrari, la mostra vuole essere un invito nei confronti degli artisti a riflettere sulla propria funzione sociale e culturale, sulla loro capacità di leggere, interpretare e ricreare la realtà che li circonda. Il vernissage avrà inizio alle ore 17.00 presso la sede espositiva nel Campo del Ghetto Nuovo e sarà occasione di incontro e confronto con gli stessi artisti.

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Pordenone, 15 ottobre – 20 novembre 2016

 

Mario De Biasi, scomparso nel 2013, fu per oltre quarant’anni protagonista della fotografia europea soprattutto per la rivista “Epoca”, con instancabile entusiasmo ed eroismo, come nel memorabile reportage sulla rivolta ungherese del 1956. Il settimanale allora diretto da Enzo Biagi, tra il 23 e il 24 ottobre 1956 inviò De Biasi a Budapest, dove rimase, unico fotografo europeo con Erich Lessing, per ore sotto il fuoco dei rivoluzionari, documentando l’ingresso dei carri armati sovietici, i massacri, la rabbia, i morti impiccati nelle strade e il dolore della popolazione. Il risultato di questo breve ma intenso soggiorno è “Mario De Biasi. Budapest 1956”, testimonianza dei fatti che infiammarono la capitale ungherese quell’anno.

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Reggio Emilia, 16 ottobre 2016 – 2 aprile 2017

La mostra “Geometria figurativa” alla Collezione Maramotti, include le opere di nove artisti che possono rappresentare l’astrazione o, ugualmente, astrarre la rappresentazione.
In questa prospettiva, geometria e figurazione sono intrecciate: le forme sfumano, la geometria si piega su se stessa, emergono pattern, mentre la figurazione fa riferimento a corpi nello spazio – corpi che si protendono per poi recedere – così come ai numeri e al loro registro temporale (per esempio il numero dei secondi in un giorno).
Il tempo è anche uno dei temi di questa mostra. Tutte le opere sono dipinte a mano, in alcuni casi wet-into-wet, con diverse applicazioni sulla pittura ancora fresca, per essere completate in una singola seduta. Dato che molti di esse non rivelano il loro contenuto immediatamente ma in modo graduale, esiste un elemento temporale fra l’immagine e la sua ricezione, fra lo spettatore e l’opera. In un periodo in cui a qualsiasi cosa appesa al muro si concede immediatamente lo status di dipinto, in cui ci troviamo davanti a “dipinti” che sono stati realizzati senza pittura, creati con stampanti e scanner, o con l’assistenza della natura, sbiancati dal sole e macchiati dalla pioggia: una pratica pittorica impegnata e pensata che invece di essere scartata come reliquia del passato, diventa presente come mai prima d’ora.

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Milano, 20 ottobre – 6 novembre 2016

Con numerose novità torna anche quest anno “Video Sound ART”, il festival milanese dedicato all’innovazione e all’arte contemporanea diretto da Laura Lamonea e giunto alla sua VI edizione. Realizzato con il sostegno del Comune di Milano, della Regione Lombardia e di Pro Helvetia – fondazione svizzera per la cultura – il festival si svolge con una struttura reticolare che si sviluppa sul territorio cittadino milanese, toccando cinque differenti sedi: l’Institut Français Milano, il Museo della Scienza e della Tecnologia “Leonardo Da Vinci”, Villa Simonetta, il Teatro Franco Parenti, il Museo del Design 1880 -1980. Dopo aver indagato il rapporto tra l’uomo e la mappa in tutte le sue possibili varianti e rappresentazioni, quest anno Video Sound Art abbandona il razionale e guarda all’interruzione del pensiero logico e al perturbante freudiano, sentimento enigmatico, insieme pericoloso e familiare. “TA EROTIKA. Hidden doors” è il tema che sarà indagato da sette artisti internazionali mescolando linguaggi diversi: il video, la scultura, l’installazione e l’azione performativa. Il collasso della ragione di fronte all’oggetto erotico, “Ta erotika” appunto, mentre “Hidden Doors” identifica proprio l’elemento perturbante, lo spaventoso che riaffiora e che invece sarebbe dovuto rimane segreto: l’arte diventa così la via privilegiata di accesso all’evento erotico. Gli artisti conducono lo spettatore all’incontro con l’oggetto d’amore, all’interno di spazi non convenzionali ma che proprio in virtù di quell’atto artistico, e dialogando con esso, acquistano un valore e un significato nuovi. Il festival, che da sempre promuove i linguaggi innovativi e le pratiche di contaminazione creativa, intende favorire lo scambio di competenze tra gli artisti. In questa edizione lo fa anche attraverso un’inedita collaborazione tra lo staff di VSA e 4 degli artisti partecipanti- Ugo la Pietra, Bibi Yamamoto, Nour Awada e Cleo Farinelli – ciascuno dei quali impegnato alla realizzazione di un installazione interattiva prodotta ad hoc per il festival. In collaborazione con la Civica Scuola di Musica Claudio Abbado inoltre, verrà presentato anche un articolato programma di concerti – dalle esibizioni di quartetti d’archi a performance di musica antica – che faranno da cornice e contrappunto alle vernici presentate in tutte le sedi del festival.

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Venezia, 21 ottobre – 20 novembre 2016

La Fondazione Bevilacqua La Masa inaugura a fine mese la mostra “Societies on the Move”, creata con gli artisti selezionati durante il concorso Internazionale di Illustrazione e Grafica sociale e composta dai lavori di 40 grafici selezionati tra le 335 proposte arrivate in due mesi di concorso. Lo spostamento di persone e popoli è il fil-rouge della mostra: una forza che mette in discussione la fruizione di risorse e diritti comuni e allo stesso tempo impone una cittadinanza attiva e consapevole. Il rispetto dell’ambiente, le scelte di consumo, le dinamiche produttive e i processi istituzionali fanno da sfondo a un approccio ora serio, ora sarcastico. La selezione portata in mostra presenta sguardi e visioni estremamente diversificate: dai segni grafici concisi e secchi, alla forza del dettaglio; dal dinamismo delle illustrazioni analogiche, all’immediatezza delle grafiche digitali; dall’illustrazione per i più piccoli, a immagini iconiche e complesse. Questi sguardi freschi e inediti guardano al futuro raccontandolo sullo spazio neutro della pagina e caricandolo di propositi, immaginari, denunce ed energie. Le opere dei selezionati verranno stampate su carta FAVINI, nelle linee Crush e Remake. Favini, inoltre, individuerà 12 immagini in modo indipendente dai giudizi della giuria, da utilizzare per la realizzazione di un calendario per l’anno 2017.

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Firenze, 27 – 30 ottobre 2016 

Firenze a fine mese si colora di un’atmosfera magica: arriva infatti la VII edizione di Florence Creativity, la fiera della creatività rivolta a tutti coloro che amano creare, osservare, imparare e a chi vuole trascorrere piacevolmente un po’ del proprio tempo tra colori, materiali e mille idee per regali natalizi particolari e originali. Tessuti e filati da lavorare, l’incanto del decoupage e dello shabby per personalizzare le proprie abitazioni, bijoux da realizzare in modo esclusivo con componenti di qualità…e molto altro ancora! Espositori selezionati proporranno il meglio della loro ricerca nell’ambito della creatività e metteranno a disposizione la loro esperienza con preziosi consigli e con un ricco calendario di dimostrazioni e corsi che renderanno le vostre mani capaci di realizzare ciò che la vostra ispirazione vi suggerisce. Un’esperienza da non dimenticare che sicuramente vi renderà consapevoli delle vostre capacità creative e decorative e arricchirà il vostro bagaglio di emozioni.

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Milano, 27 ottobre 2016 – 27 febbraio 2017

La mostra “Pietro Paolo Rubens e la nascita del Barocco” a cura di Anna Lo Bianco, sottolinea le influenze di Rubens sugli artisti italiani più giovani, protagonisti del Barocco, come Pietro da Cortona, Bernini, Lanfranco e Luca Giordano, senza tralasciare nel contempo quelle esercitate sul pittore dall’arte antica e dalla pittura cinquecentesca. Per rendere chiaro e lineare questo tema complesso, l’esposizione si concentra su opere di Rubens assolutamente esemplificative di questi temi, con confronti evidenti tra i suoi dipinti, alcune sculture antiche, alcune opere di grandi pittori rinascimentali e di altri artisti barocchi.

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Un mese ricchissimo di attività davvero da non perdere. Vi ricordiamo che potete trovare tutte le info circa i costi e gli orari dell’evento che più vi interessa tra le nostre info qui in basso, i link sono in ordine di apparizione. A presto con altre recensioni e notizie artistiche!

 

 

fonti: www.artribune.com; http://www.arte.it

info: http://www.duemilanovecento.it; www.gagosian.com; www.masilugano.ch; http://www.artecinema.com; www.stepartfair.com; https://gruppoboiler.wordpress.com; http://www.craf-fvg.it; http://www.collezionemaramotti.org; http://www.videosoundart.com; http://www.bevilacqualamasa.it/home; http://www.florencecreativity.it; http://www.palazzorealemilano.it

 

Il Museo Nitsch di Napoli rinnova la collezione per il suo 7° compleanno

Cari lettori,

perdonate l’assenza, non ci siamo assolutamente dimenticati di voi!

In questo periodo un po’ frenetico, oggi vogliamo dedicare il nostro post al 7° compleanno del Museo Nitsch di Napoli, celebrato appena tre giorni fa con un cambio radicale della sua collezione: “Arena. Opere dall’opera”, è un evento straordinario che presenta un’ampia raccolta di “relitti”, provenienti dalle esperienze teatrali dell’artista viennese dagli anni Sessanta ad oggi, e di cui è stato costante testimone e raffinato mecenate Giuseppe (Peppe) Morra.
Quest’ampia mostra segna una nuova tappa dell’attività di ricerca del Museo Archivio Laboratorio per le Arti Contemporanee Hermann Nitsch, fondato a Napoli nel 2008 grazie all’impegno di Morra, e conferma la sua mission relativa alla raccolta, esposizione e determinazione ermeneutica della produzione di Nitsch.

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L’esposizione – evento intende analizzare la genesi, lo sviluppo e il significativo legame con l’Orgien Mysterien Theater (Il teatro delle Orge e dei Misteri) fondato da Nitsch nel 1957, opera d’arte totale, che ne include tutta la filosofia e la pratica artistica e di cui avevamo parlato qui. I “relitti”visibili, pur collegati al momento performativo da cui discendono, vanno intesi come possibilità di rivisitare l’aura di suggestione e culto che attraversa questi oggetti percorsi da forte sensualità, rimandi e suggestioni.
Su tavoli e grandi pedane, con una precisione cartesiana, Nitsch allinea e organizza materiali caldi e freddi, naturali e artificiali, montando assieme le tracce del sangue e delle sostanze organiche delle performance, con il nitore limpido dei cubetti di zucchero o la perfezione glaciale degli attrezzi chirurgici.

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Il Museo Nitsch, un’ex-centrale elettrica del XIX secolo in pieno centro cittadino, è per Giuseppe Morra, in linea con esperienze già sperimentate, un altro importante tassello di un’attività che questa volta vuole coinvolgere l’antico quartiere Avvocata in un progetto di rigenerazione urbana, attraverso il recupero di edifici e luoghi storici in disuso per destinarli alla formazione e alle plurime pratiche dell’arte. Il Quartiere dell’Arte dunque, è finalizzato alla costituzione di una rete che connetta tra loro i diversi soggetti operanti nello storico quartiere, e alla creazione di occasioni e spazi d’incontro, studio e approfondimento. L’area ha già ottenuto il riconoscimento dell’Unesco mentre il progetto è oggi in attesa di attivazione.

In questa occasione Napoli festeggia anche il compleanno di 70 anni di Peppe Morra che apre questa nuova stagione già proiettato verso grandi progetti. Morra, collezionista e mecenate, dal 1974 indaga le possibilità espressive nate dall’incontro tra arte e vita. L’arte è per lui “l’unico strumento in grado di far emergere il proprio grido di libertà”. Lo Studio Morra è fin dagli esordi un punto di riferimento per nuove esperienze: documentazione, promozione e sperimentazione di nuovi linguaggi delle arti visive del Novecento ma anche della poesia, dell’editoria d’arte, del teatro e della musica.

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Se dunque siete degli appassionati di Nitsch ma anche semplicemente se siete curiosi e volete vedere da vicino la sua tecnica e i suoi lavori, vi consigliamo senza dubbio una visita alla mostra, attraverso la quale potrete apprezzare anche la splendida location.

“Arena. Opere dall’opera”. A cura di Giuseppe Morra e Museo Nitsch. Evento organizzato da Fondazione Giuseppe Morra e promosso dalla Regione Campania.

Avvocata Quartiere dell’Arte, Napoli. Dal 24 aprile al 13 settembre 2016. Aperto dal lunedì al venerdi dalle 10 alle 19, il sabato fino alle 14

fonte: http://www.artribune.com

info: http://www.museonitsch.org; www.fondazionemorra.org

“CalendART” Ottobre 2015, il meglio che l’autunno ha da offrire

Cari lettori,

purtroppo a causa di diversi impegni universitari pubblichiamo solo oggi la nostra rubrica “CalendART” per il mese di ottobre. Per farci perdonare, abbiamo cercato per voi il meglio del meglio di questo mese!

Torino, 2 ottobre 2015 – 31 gennaio 2016

Dopo diversi successi, la collaborazione tra la Città di Torino e i gruppi Musée d’Orsay e Skira, si rinnova con una straordinaria esposizione dedicata a Claude Monet capofila della grande stagione impressionista.
Il Musée d’Orsay, che conserva la più importante collezione di opere dell’artista, ha concesso oltre quaranta capolavori per dare vita a una strabiliante mostra monografica incentrata sul maestro. Saranno infatti presenti alcune opere di carattere eccezionale, mai presentate prima in Italia: un esempio su tutti è quello del grande frammento centrale della Colazione sull’erba, opera fondamentale nel percorso di Monet e rappresentativa di un passaggio cruciale che culminerà con l’Impressionismo. Attorno a questa straordinaria opera, sono stati selezionati due prestigiosi nuclei di dipinti che documentano i luoghi che accolsero le fasi decisive della ricerca di Monet: da un lato gli studi dei riflessi della luce sull’acqua ad Argenteuil, dall’altro quelli legati al soggiorno di Vétheuil, che riprendono nello studio della resa luminosa della neve il precoce motivo de La Gazza, anch’essa esposta. La mostra consente dunque di mettere a fuoco alcuni tratti decisivi della complessa evoluzione del percorso artistico di Monet, evidenziando la varietà e qualità della sua tecnica pittorica, concentrando lo sguardo su temi e innovative soluzioni che ne fanno uno dei padri indiscussi dell’arte moderna.

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Faenza, 5 ottobre – 6 dicembre 2015

Nel ravennate al Museo Carlo Zauli, é stata presentata “Claymation”, mostra di Jonathan Monk nata dall’edizione 2015 del progetto Residenza d’Artista, a cura di Guido Molinari. La collaborazione con Monk prosegue il percorso che il museo ha avviato nel 2003 con l’obiettivo di esplorare il rapporto tra ceramica e arte contemporanea, coinvolgendo artisti di rilievo internazionale che abitualmente non utilizzano questo materiale ma che sono attratti dal suo fascino arcano e familiare.
In questo caso l’artista ha deciso di confrontarsi con oggetti e processi tipici del fare ceramica, seguendo la prospettiva della propria ricerca che, come scrive il curatore Guido Molinari, “attinge a piene mani al percorso storicizzato dell’arte concettuale. Questa ricerca, che si articola in un ambito ben specifico, risulta innovare fortemente le coordinate di partenza aprendo alla dimensione della leggerezza, dello spirito ludico, dell’improvvisazione creativa per consegnarci l’aria del nostro tempo. Un’apparente semplicità di base connota queste opere che racchiudono complessi riferimenti alla realtà e alla storia dell’arte contemporanea”.
Nel processo di produzione delle opere, Jonathan Monk è stato assistito da Aida Bertozzi, ceramista di grande esperienza e già assistente di Carlo Zauli dal 1979 al 1995, che ha reso possibile la traduzione e la realizzazione dei progetti dell’artista, confrontandosi in alcuni casi anche con una grande complessità, testando e perfezionando nuovi metodi e donando così alla residenza un interesse anche dal punto di vista tecnico.

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Catania, 14 – 20 ottobre 2015

Si apre oggi a Palazzo Manganelli “Anatomies. The body in the book / The book in the body”, progetto nato dal libro d’artista di Stéphane Mallarmé dove il senso è reversibile rispetto ai concetti di “contenuto” e di “contenitore”, ovvero rispetto all’idea di libro inteso nella sua essenza metaforica e al contempo come reale e oggettivo luogo-contenitore di immagini tematiche, poste negli spazi seriali delle pagine. “Accarezzato con gli stessi occhi di Mallarmé, il corpo del libro attira in senso quasi ontologico; eletto a vagina spirituale, la sua fragilità pre-verbale invita ad entrare. Questo fa capire cosa si possa fare con un libro, quanti rapporti non solo fisici si possano avere con esso» scrive Antonio Curcetti mentre contemporaneamente i temi espressi nei libri dagli autori – temi riguardanti organi del corpo, primo fra tutti il cuore, o l’intero organismo – sono correlati ed anche “risucchiati” nel vortice grandioso del pensiero primigenio, quello di un organo ancestrale che li emette contenendoli.
Questo é sommariamente il senso delle opere di Matthew Barney, Artur Barrio, Berlinde De Bruyckere, Thierry de Cordier, Hilde Escher-Margani, Anna Guillot, Damien Hirst, Urs Lüthi, Alexandra Mir, Zygmunt Piotrowski, Annakarin QuintoDorothée Wycart: opere-corpo da considerare in primis come qualcosa di relativo a “ciò che è”. Un focus sul fascinoso tema dell’intreccio tra forma e contenuto, questa volta attraverso il libro d’artista.

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Milano, 14 – 18 ottobre 2015

Da oggi per quattro giorni andrà in scena al milanese Spazio Oberdan il Festival Internazionale del Cinema d’Arte, nato per promuovere e celebrare i linguaggi universali del cinema e dell’arte attraverso proiezioni, appuntamenti collaterali, ospiti, incontri e approfondimenti. Il Festival vuole sottolineare il ruolo del cinema nella storia contemporanea, regalando emozioni e sentimenti senza tempo: un laboratorio di idee in costante contatto con l’attualità e l’evolversi della tecnica cinematografica e artistica nelle forme concettuali più moderne e comunicative. Film fuori concorso verranno proiettati nell’ambito degli eventi collaterali, speciali appuntamenti, creati ad hoc, che arricchiscono il programma del Festival. Le proiezioni saranno introdotte dalle opinioni a confronto tra ospiti appartenenti al mondo della cultura in senso lato, dall’arte al teatro, dal cinema allo spettacolo. All’interno del Festival saranno inoltre proposte tre sezioni di concorso, qui elencate, che riflettono concezioni diverse di “cinema d’arte”.

CINEMA D’ARTE
In questa sezione possono partecipare tutte quelle opere (biografie, documentari, fiction ecc) che raccontano artisti, opere e movimenti, e riflettono sui protagonisti, sulla storia e sulle idee dell’arte.

ART LAB
In questa sezione possono partecipare quelle opere che mostrano i diversi modi in cui il linguaggio audiovisivo si fa arte, per le scelte stilistiche e le tecniche che adotta. Saranno selezionate quelle opere che, indipendentemente dal soggetto, mostrano una specifica attenzione per la ricerca di nuove espressioni cinematografiche e la presenza di idee che possono rappresentare una visione attuale e futura della cinematografia.

ANIMAZIONE
In questa sezione possono partecipare quelle opere in cui il disegno, il tratto grafico, la scultura, i materiali prendono vita attraverso diverse tecniche, diventando brevi e lunghi film animati.

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Napoli, 14 – 18 ottobre 2015

Sempre parlando di festival cinematografici, domani apre invece al Teatro San Carlo di Napoli Artecinema 2015, evento internazionale di film sull’arte contemporanea nato nel 1996. Attraverso una selezione di documentari sui maggiori artisti, architetti e fotografi della scena internazionale, biografie, interviste, narrazioni montate con materiali d’archivio, gli spettatori possono addentrarsi nel mondo dell’arte seguendo gli artisti al lavoro nei propri atelier o dietro le quinte di importanti progetti o esposizioni. Ogni anno viene presentata una selezione di circa trenta documentari ricercati direttamente presso i registi e i produttori in tutto il mondo. Le proiezioni sono in lingua originale con traduzione simultanea in cuffia e sono intervallate da incontri-dibattito con registi, produttori e artisti. Partecipano al festival più di seimila spettatori provenienti da tutto il territorio nazionale e dall’estero.

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Roma, 14 ottobre – 10 novembre 2015

E’ con grande piacere che Magazzino Arte Moderna annuncia la quinta personale dell’artista belga Jan Fabre intitolata “Gli Anni dell’Ora Blu”. La mostra presenta per la prima volta in Italia la serie omonima di opere realizzate con la penna Bic negli anni Ottanta e Novanta. La bic-art, questo il termine con cui Fabre designa questo ramo della sua produzione, inizia alla fine degli anni Settanta con una serie di performance in cui l’artista si relaziona, espandendo la tradizionale bidimensionalità del disegno, allo spazio e alla storia dell’arte. Pareti, oggetti, intere stanze ed edifici vengono trasformate attraverso il segno ossessivo della penna, annullate ma allo stesso tempo consacrate nelle loro forme dal passaggio dell’artista. Nella serie di opere presentate, Fabre sintetizza un universo di simboli, metafore, fantasie e realtà, che emergono, quasi senza contorno, dal blu profondo del disegno: pugnali, spade, demoni, animali reali e fantastici, un immaginario che spesso attinge alla storia dell’arte e più in generale a una dimensione spirituale e mistica che si risolve però spesso nell’universo materiale della natura e dei suoi passaggi, guidano il nostro sguardo attraverso un mondo-momento (la metafora del crepuscolo) in cui le figure emergono sulla superficie scarabocchiata, sembrano prevalere e al contempo essere risucchiate dal gesto invasivo tracciato dalla penna. L’Ora Blu è forse l’invito migliore per “schiudere agli occhi dell’osservatore, l’universo poetico e sensibile dell’eccezionale creatore che è Jan Fabre” (Lorand Hegyi).

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Venezia, 20 ottobre – 15 novembre 2015

Si inaugura martedì 20 ottobre a Palazzetto Tito “De l’ombre à la lumière”, a cura di Daniela Rosi, che presenta una serie di lavori fotografici realizzati da sei diversi fotografi, in collaborazione con persone in stato di detenzione in diversi Paesi come Italia, Francia, Lettonia, Russia, Brasile. La mostra è promossa dalla Fondazione Bevilacqua La Masa, in collaborazione con l’Ente formativo “Preface” e l’Associazione di Creativi “Officina delle Nuvole”, con il sostegno delle Cooperativa Rio Terà dei Pensieri e di Lao, laboratorio artisti outsider, e Università Ca’ Foscari di Venezia.
Il titolo fa riferimento non solo a quanto avviene con la fotografia, quando le immagini nella camera oscura vengono alla luce, ma anche alla condizione di chi opera nell’ombra e, attraverso il proprio lavoro, emerge all’attenzione dell’interesse collettivo. Lavoro, quindi, come opera fotografica, ma anche, soprattutto, come professione. L’interesse collettivo è sia rappresentato dal contributo che chi lavora offre alla società, sia dall’attenzione a determinati temi che la mostra fotografica può suscitare nel visitatori. L’esposizione riunisce i lavori di sei fotografi di differenti nazionalità che hanno lavorato in alcune realtà carcerarie in Francia, in Italia, nei paesi dell’Est Europeo e anche Oltreoceano, con approcci diversi fra loro, unendo attitudine artistica e sensibilità umana. Si tratta di:

Marco Ambrosi, Maison Centrale de Arles, Francia
Giorgio Bombieri, Casa di reclusione femminile, Venezia Giudecca, Italia
Davide Dutto, Casa di reclusione Saluzzo (Rodolfo Morandi), Italia;      Casa Circondariale Torino (Lorusso e Cotugno), Italia
Giovanna Magri, Casa circondariale di Verona, Montorio, Italia
Eric Oberdorff, Maison d’Arrèt de Nice, Francia;
Klauvdij Sluban, Camp disciplinaire de Kolpino, Saint Péterburg, Russia; Camp disciplinaire, Cesis, Lettonia;                                                      Camp disciplinaire de Mojaisk, Russia;                                               Prisons brasilliennes pour mineurs, Mario Covas et Arujà deSao Paulo, Brasile

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Padova, 24 ottobre 2015 – 28 marzo 2016

A Giovanni Fattori, portavoce di una pittura potente, capace di interpretare lungo tutta la seconda metà del XIX secolo le trasformazioni della visione moderna, la padovana Fondazione Bano nel suo progetto decennale sulla pittura dell’Ottocento italiano, dedica un’ antologica a Palazzo Zabarella, che ripropone al grande pubblico l’immagine di uno dei maggiori protagonisti dell’arte europea. La mostra, curata da Francesca Dini, Giuliano Matteucci e Fernando Mazzocca, presenta oltre cento dipinti in grado di ricostruire, attraverso un avvincente taglio cronologico e insieme tematico, la straordinaria versatilità di una lunga vicenda creativa che lo ha visto cimentarsi con tematiche e generi diversi.
Il percorso allestito all’interno di Palazzo Zabarella ripercorre interamente la sua carriera: dalla rivoluzione dei Macchiaioli, in cui ha avuto un ruolo di primo piano, affidata ai piccoli formati delle leggendarie tavolette, fino al raggiungimento, nei grandi formati, di una dimensione epica dove si riflettono i mutamenti storici e sociali che hanno trasformato il nostro Paese, alla sperimentazione di nuovi territori iconografici e formali che lo ha avvicinato ad altri geni solitari quali Courbet o Cézanne.
Nei drammatici capolavori della maturità, espressi con un linguaggio che va oltre la dimensione della denuncia per raggiungere una prospettiva universale, Fattori è stato lucido interprete della delusione di una nazione, uscita dal Risorgimento, che non ha saputo realizzare quegli ideali di giustizia sociale in cui le giovani generazioni avevano creduto. Questa è la sua grandezza, che ne ha fatto subito un classico, paragonato ai maestri del Quattrocento, come il Beato Angelico, Paolo Uccello, ma anche a Goya e al contemporaneo Cézanne.
All’interno del percorso espositivo si darà conto anche alla sua produzione grafica, con una sezione che presenterà una decina di fogli incisi ad acquaforte su zinco, in grado di dimostrare quanto Fattori, anche in questo campo, abbia toccato vertici assoluti, sia dal punto di vista tecnico che stilistico, nonostante la sua attività sia iniziata solo negli anni ottanta dell’Ottocento. Come per i dipinti, i soggetti ricorrenti sono i protagonisti della vita reale, siano essi contadini o soldati, attorniati da una natura indagata sempre con grande commozione.

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Treviso, 24 ottobre 2015 – 10 aprile 2016

Dal 24 ottobre al 10 aprile 2016, la Casa dei Carraresi a Treviso ospiterà la mostra “El Greco in Italia, Metamorfosi di un Genio”, la più importante retrospettiva mai realizzata prima in Italia dedicata a Doménikos Theotokópoulos, noto al grande pubblico con l’appellativo di El Greco.
La mostra, organizzata da Kornice con la collaborazione di Art for Public e Fondazione Cassamarca, sarà imperniata sul decennio 1567-1576 che il pittore trascorse in Italia. A partire dalle carte d’archivio e dai documenti a disposizione, il curatore della mostra, Lionello Puppi, ricostruirà con molteplici spunti inediti il percorso dell’artista durante il suo soggiorno, tra Venezia e Roma, nel nostro Paese.
Un viaggio nel tempo e nello spazio attraverso la progressiva trasformazione dell’artista e il percorso che lo porterà alla creazione di un linguaggio che non ha paragoni possibili e alla realizzazione di capolavori assoluti.
“La genialità de El Greco sta nell’essere riuscito a fondere due culture contrapposte: quella greca ortodossa e quella rinascimentale cattolica romana” afferma Serena Baccaglini, membro del comitato scientifico della mostra, “sorprendente è la sua capacità di non negare nessuno dei due linguaggi e riuscire a fonderli insieme in uno stilema originale e unico. È questo che fa de El Greco l’artista eminentemente visionario che sconvolse Manet, Cezanne e Picasso”.
Facendo così seguito al successo delle grandi esposizioni spagnole dedicate all’artista per il IV centenario della sua morte, Treviso offre con orgoglio l’opportunità di far conoscere e di spiegare al pubblico italiano un capitolo miliare nella storia dell’arte di ogni tempo.
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Milano, 28 ottobre – 14 novembre 2015

Danny Pope, in associazione con lo Studio Tadini di Milano, è orgoglioso di presentare “The Printer’s eye”, il suo archivio unico che copre 30 anni di lavoro di stampa fotografica tra Londra e Milano. Pope, un maestro stampatore con un occhio impeccabile e la reputazione di perfezionista senza pari, nel corso degli anni si e’ dedicato alla filosofia e ai principi di Magnum relativi alla stampa fotografica – diventandone parte integrante – lavorando al servizio di una clientela internazionale composta da fotografi documentaristi, da fotografi ritrattisti, spaziando dall’arte alla moda attraverso gli ultimi decenni. Le stampe più rappresentative del suo percorso, sono illustrate in questa mostra: un percorso che va dai primi anni ’80 del cibachrome di Ilford alle C-type degli anni ’90 fino ad arrivare all’era digitale del XXI secolo. I visitatori avranno la possibilità di esaminare un archivio completo delle sue pellicole nei loro differenti processi e la loro trasformazione in stampe e tecniche di stampa tra le piu’ innovative dei ultimi decenni. Con questa attitudine e disciplina nel mondo della stampa fotografica, Danny Pope ha prodotto alcune delle piu’ belle immagini dal passato ai giorni nostri.

dannypope

L’autunno si presenta dunque pieno di interessantissimi eventi, e quale stagione migliore per chiederei dentro a un museo per fare il pieno di bellezza? Ci rivediamo il mese prossimo, puntuali (promesso!) come sempre.

fonti: http://www.arte.it: http://www.artribune.com

info: www.mostramonet.it; www.museozauli.it; koobookarchivelab@gmail.com; oberdan.cinetecamilano.it; www.artecinema.org/artecinema/; info.ombrelumiere@gmail.com; www.magazzinoartemoderna.com; www.zabarella.it; www.elgrecotreviso.it; www.spaziotadini.it